giovedì 8 gennaio 2015

Perchè leggere i classici - Italo Calvino

Già. Perché leggere i classici?
Perché “è meglio che non leggere i classici.

Questa è la conclusione a cui giunge Calvino, dopo aver cercato di definire quali siano i libri da considerare “classici”, nel saggio introduttivo della raccolta.
Calvino cercava – e si deduce anche dalle sue preferenze   letterarie – di dare ordine al mondo, un ordine che è esercizio della mente, nel disordine delle pulsioni e passioni.
Ma dietro la scorza del rigore intellettuale c’è il magma infuocato, e perciò ho trovato   molto più affascinante del saggio sul Perché leggere i classici,  l’elencazione “infinita” degli amori letterari, la risposta  per le Nove domande sul Romanzo poste dalla rivista “Nuovi Argomenti” nel 1959, riportata a mò di prefazione, di cui queste sono le righe conclusive:
…Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura. Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura. Amo Balzac perché è visionario. Amo Kafka perché è realista. Amo Maupassant perché è superficiale. Amo la Mansfield perché è intelligente. Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto. Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più. Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare. Amo…

La stessa passione (amo, amo) si legge nei saggi raccolti in questo volume (straordinario il tributo alla poesia di Montale “Forse un mattino andando in un’aria di vetro”) , trentasei  interventi scritti soprattutto negli anni ’70 e ’80  su autori e opere  diversissimi per tempo e spazio e stile,  da Omero a Queneau, dalla “Storia Naturale” di Plinio il Vecchio al” Pasticciaccio” di Gadda.
Di vari  autori  non ho letto nulla:  niente di  Senofonte, Ovidio, Plinio, Nezami(?), Martorell e il  poema cavalleresco Tirant lo Blanc (??), Gerolamo Cardano (???) , Voltaire,  Diderot,  Ortes (????), Stendhal, Stevenson, Pasternak – ma per ‘sto russo non è proprio scattata manco la curiosità.

Mi conforta  lo stesso Calvino:
per vaste che possano essere le letture di “formazione” d’un individuo, resta sempre un numero enorme d’opere fondamentali che uno non ha letto.”
E ancora:
il leggere per la prima volta un grande libro in età matura è un piacere straordinario”.

Sono  finiti  nella lista dei desideri “L’Altro Mondo, ovvero Stati e Imperi della Luna” di Savinien de Cyrano  (e io che pensavo fosse solo  un personaggio immaginario creato dalla penna di Rostand),   “Il nostro comune amico” di Dickens, “Daisy Miller” di Henry James, “L’uomo che corruppe Hadleyburg” e   Il pasticciaccio di Gadda che ri-proverò a ri-leggere per l’ennesima volta.


Su suo pungolo,  spero di poter  godere ancora di molti piaceri straordinari.

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