mercoledì 20 giugno 2012

Q - Luther Blissett


Fratelli miei, non ci hanno vinti. Siamo ancora liberi di solcare il mare”.

Q è un romanzo storico nella misura in cui delinea, attraverso il racconto dei suoi protagonisti, fatti e avvenimenti accaduti in Europa tra il 1519 e il 1555: Lutero e la rivolta dei contadini in Germania, i circoli anabattisti, il capillarizzarsi del potere dei banchieri, il dinamismo mercantile delle città dell’Elsa e della Serenissima, gli intrighi delle chiese, l’Inquisizione, la diffusione e la circolazione dei libri a stampa, Carlo V e i re di Francia, la miseria del popolo e la bandiera salvifica della fede .

Q non è solo un romanzo storico. Attraverso il racconto dei protagonisti, emerge lo scontro titanico tra l’ordine e le spinte eversive. Tra chi manovra per la conservazione del potere, per la realizzazione di un “Piano” che miri a controllare e sottomettere popoli e anime e chi lotta per la libertà, con ogni strumento, parola o forcone o sogno.

Q. Qoèlet. L’ecclesiaste, colui che rende vani gli sforzi, la spia, uno e nessuno, la mano che tesse le trame del potere secondo il piano del cardinale Carafa, il suo occhio,il traditore del Giusto. 
Il Giusto è il suo antagonista, l’uomo dai tanti nomi che nel secolo delle lotte religiose è stato dalla parte di chi ha sfidato l’ordine del mondo. E, nonostante le sconfitte, resta fedele all’avversione verso il potere del “Piano”. E come la fenice, rinasce dalle sue ceneri. Nel libro, rinasce come Gert del Pozzo, Lot, Ludovico, Tiziano. Ma rinasce anche adesso.

Q è un romanzo che, nei modi e nelle forme e nel linguaggio, fottuto bastardo, esalta la “disobbedienza”, rendendo il 1500 un secolo vicinissimo ai nostri tempi, così necessariamente bisognoso di movimenti antagonisti all’omogeneizzazione delle coscienze. 

Q è un romanzo collettivo, e risente delle molteplici mani in una non necessaria prolissità e nello stile non uniforme. 
Peccato veniale, tutto sommato.


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