giovedì 7 giugno 2012

Non avevo capito niente.


Non me lo volevo leggere questo libro qua. 
Di De Silva ne avevo già letti due, e mi era sembrato scrittore paraculo e ammiccatore (e confermo, però stavolta è stato proprio bravo assai) 
Poi, com’è come non è, un amico me lo ha passato (a caval donato certe volte si guarda in bocca) e ho detto ma fammi vedere un poco in bocca a questo cavallo, butto un occhio su due paginette e poi se proprio non se ne scende mica per contratto me lo devo leggere a forza. 
E invece, vedi un poco la Madonna. 
Mi sono divertita, la verità.
Vincenzo Malinconico è un personaggio. 
(e grazie al cazzo, però volevo intendere che è proprio una sagoma ) 
Pensa logorroico, l’avvocato Malinconico. 
Lo fa in una lingua e secondo certi arravugliamenti , e descrivendo persone e luoghi (certi bar dai nomi così lo sai davvero che sono lì solo per il riciclaggio, altro che), verso i quali è stato gioco forza trovare una vicinanza, e poi ci sta più di qualcuno che conosco, che a pezzi, non in forma integrale, mi pare tale e quale a Viciè e ai coabitanti del libro. 
Certi pensieri sono di una verità da far impressione, altri mettono a nudo fuori da denti e liberati da ipocrisie fatti talmente ovvi da essere banali se non li si impupazza - come di norma si fa - con orpellature retoriche e retropsicologiche, altre “verità” sono stroppole buttate a come viene, ma tal è, lo dice lui stesso: 
“Il fatto è che io sono un narratore incoerente. Non si può fare affidamento su di me. M’interessano troppo le chiacchiere incidentali che ti portano da un’altra parte.”
Un piacevolissimo libro di chiacchiere. 
Dove sta scritto che le chiacchiere stanno a zero, o che una chiacchierata con uno che è uno spasso è cosa brutta e ingiusta? Magari tra due giorni mi dimentico tutti i discorsi, ma mi resterà il ricordo della piacevole serata - grazie Vincè, quando ci vediamo un’altra volta? 
Perché, tolti i pensieri dell’avvocato Malinconico, la storia si regge su una grande megapalla che manco se lo vedo con gli occhi miei ci credo che un tipo come lui, viene circuito e sedotto e manco abbandonato (pure la teglia dentro al forno!) dalla più strafiga tra tutte le avvocatesse, si trova a fare suo malgrado l’avvocato in prova per il macellaio dei camorristi, pedinato e protetto dall’angelo custode Tricarico mandato da chiossape chi. 
Epperò. 
In fondo in fondo che ci sta di male a sognare che da un momento all’altro si ribaltino le situazioni, ti ritrovi manco sai come dentro un film che pareva fatto per tutti tranne che per te. 
E’ così che alla fine si resta, con un sorriso compiaciuto e l’animo leggero.



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